Il Sangiovese di Romagna

La Romagna si estende, tra ampie pianure e movimentate colline, dalla provincia emiliana di Bologna, sino alla Riviera Adriatica compresa tra Veneto e Marche. È una terra particolarmente vocata alla produzione frutticola, quindi anche della vite, che qui alligna almeno dall’epoca romana. La regione era già allora famosa per l’alta produttività enologica che sembrava non essere a scapito della qualità, considerato che i vini di collina erano molto richiesti, anche se non si poteva dire lo stesso di quelli prodotti in pianura. La fertilità della terra romagnola è legata a più fattori, tra i quali i più importanti sono la composizione del suolo e la bontà del clima, quest’ultimo in parte influenzato dalla positiva presenza del mare. Il vino rosso locale più conosciuto è il Sangiovese, così chiamato a partire dall’età moderna. È solo nel corso del secolo scorso, però, che le notizie del vino e del vitigno diventano organiche e puntuali. Ancora alla fine del Settecento, invece, era conosciuto con la generica denominazione di “vino rosso di Romagna”; non era, quindi, ben identificato. Con lo stesso nome venivano chiamati, infatti, vini diversi tra loro. L’assunzione del nome attuale comportò l’acquisizione di una più precisa identità, che giovò all’immagine e, quindi, alla commercializzazione non solo in Italia, ma anche all’estero. Il vitigno è caratterizzato da foglia media a tre o cinque lobi; il grappolo è di grandezza medio grossa, e si presenta compatto, cilindrico o piramidale, con una o due ali. L’acino è in genere medio piccolo, tondeggiante, con buccia molto pruinosa e consistente colore nero violaceo.

IL VINO
Il Sangiovese è riconosciuto come DOC dal 1967 e il disciplinare, modificato nel 1992, stabilisce che sia vinificato utilizzando unicamente le omonime uve o comunque che queste costituiscano una quota non inferiore all’85%: in tal caso l’uvaggio va completato con altri vitigni a bacca rossa coltivati localmente.uvasangiovese La resa dell’uva per ettaro non deve superare 110 quintali e la zona di produzione comprende vari comuni appartenenti alle province di Forlì Cesena, Bologna, Rimini e Ravenna. Le caratteristiche tipiche del vino sono date dal colore rosso rubino con orli violacei che talvolta tende al granato o sfuma in tonalità arancio; l’odore floreale evidenzia sentori di viola, di rosa canina, di sottobosco e di muschio. Il sapore è secco, tannico, ma con il tempo si ammorbidisce e diventa gradevolmente ammandorlato, mentre il tasso alcolico minimo è di 11,5 gradi. Il Sangiovese è definito “Superiore” se prodotto in una zona più ristretta e solo collinare, se dotato di almeno 12 gradi alcolici e deve essere immesso al consumo a partire dal primo aprile dell’anno successivo a quello della vendemmia. Il Sangiovese “Riserva”, per essere tale, deve invecchiare per almeno due anni, a partire dal primo gennaio successivo alla vendemmia, e garantire un’alcolicità di almeno 12 gradi. In questo quadro generale, vanno inserite le realtà locali, che diversificano il vino a seconda dell’area in cui viene prodotto.

LE VARIETÀ
Il Sangiovese prodotto nel Faentino ha colore rosso granato vivo e polposo che, invecchiando, si attenua, assumendo sfumature porporine e aranciate. L’odore lascia trasparire profumi di amarena e di viola, oltre a ricordi erbacei e di mallo di noce; il sapore è pieno, secco, caratteristico e le bottiglie più longeve possono invecchiare sino a 5 anni; si serve a 18 gradi di temperatura con arrosti di carni bianche anche in salsa e carni rosse alla griglia. Il Sangiovese vinificato nei circondari di Forlì ha colore rosso granato pieno e intenso, con tonalità violacee che, con il tempo, si arricchiscono di sfumature aranciate. Ha profumo ricco, intenso, in cui si distinguono la viola mammola e la rosa canina, oltre a sentori appena accennati di sottobosco; il sapore, caldo, è morbido, pieno e deciso. Può invecchiare tranquillamente per 5 e più anni; viene servito in tavola a 18 gradi di temperatura e bene si abbina a coturnice in casseruola, caciotte stagionate dell’Appennino, anche di pecora. Il Sangiovese cesenate è riconoscibile per il colore rosso granato intenso; ha profumo ricco, floreale, a cui si uniscono ricordi di bosco; il sapore è pieno e la componente tannica, con il trascorrere degli anni, si ridimensiona per lasciar posto a un fondo ammandorlato. Il vino può invecchiare oltre 5 anni, viene servito a 18 gradi di temperatura e accompagna carni rosse lungamente cotte.vigne-sangiovese-1
Il Sangiovese prodotto nell’Imolese ha colore rubino chiaro con tonalità cerasuole; l’odore rivela sensazioni di rosa canina e di fiori di campo e il gusto è sapido e fruttato. Salvo eccezioni, si beve giovane e si serve a 16-18 gradi di temperatura per accompagnare primi piatti a base di pasta fresca all’uovo con ragù di carne o ripiena (lasagne, ravioli); coniglio al forno e pollo al limone. Il Sangiovese prodotto nel Riminese, infine, ha colore rosso rubino con sfumature granata; il profumo è fragrante di viola ed erbaceo; il sapore asciutto, fresco e leggero. Va stappato giovane, a 16 gradi di temperatura, per accompagnare antipasti tipici italiani, ossia di salumeria, ma che possono comprendere anche terrine di volatili o di piccola cacciagione, o, ancora, pesci saporiti in zuppa, sgombri al forno, sarde ripiene e, infine, tonno ai ferri. Va, infine, ricordato che la DOC comprende la produzione del Sangiovese di Romagna Novello. È prescritto che debba essere ottenuto con almeno il 50 per cento di vino proveniente dalla macerazione carbonica delle uve (invece che soltanto il 30 per cento, come prevede la normativa dei novelli). Si presenta colore rosso rubino; ha odore fruttato e sapore secco oppure leggermente rotondo, sapido, armonico. Deve essere servito in tavola a 14 gradi di temperatura per accompagnare, in particolare, salumi misti, minestre di verdura, tortelli di magro, carni bianche arrosto, misto di arrosti freddi, carni rosse crude e, infine, pesci sempre saporiti.

QUELLO CHE OCCORRE SAPERE
Denominazione: Sangiovese di Romagna DOC
Uvaggio: Sangiovese, minimo 85 per cento; altre uve a bacca rossa localmente prodotte,
massimo 15 per cento.
Caratteristiche organolettiche: colore rosso rubino con orli violacei che talvolta tende al granato o sfuma in tonalità arancio; odore floreale, con sentori di viola, di rosa canina, di sottobosco e muschio. Il sapore è secco, tannico, ma con il tempo si ammorbidisce e diventa gradevolmente ammandorlato.
Abbinamenti: le bottiglie più giovani con antipasti di salumeria, terrine di volatili o di piccola cacciagione, pasta fresca all’uovo con ragù di carne, ravioli, lasagne; arrosti di carni bianche e carni rosse crude. Il Sangiovese Riserva accompagna umidi di carne rossa, cacciagione di piuma in casseruola, polenta e brasato e, più in generale, tutti i piatti caratterizzati da buona struttura.

da: La Cucina Italiana

Leave a comment

Your email address will not be published.


*